Taichi Yoshimura: vincere per un quadro
(di Soichiro…)

Il sorprendente via libera da Soichiro Honda per lo sviluppo dei motori a due tempi è il terremoto inatteso che provoca una reazione a catena. Dai sogni carbonari di giovani entusiasti ad attività messa a budget con l’obiettivo assoluto: essere i migliori.
Quindi vincere. In pista e nel fiorente mercato motocross. La pietra miliare è il motore 335, quel motore sviluppato di nascosto che improvvisamente diventa fondamenta di un’operazione tecnico-commerciale: la Honda nel motocross. Non per sfidare le case europee e giapponesi già schierate. Soichiro è stato chiaro e per primeggiare servono i piloti migliori.
Servono dei campioni esperti, perché prima c’è da sviluppare una moto competitiva e i due migliori giapponesi del campionato nazionale sono due ragazzi che stanno vincendo con le Suzuki ufficiali: Taichi Yoshimura e Koichi Ueno.
Hanno cominciato quasi insieme e quando Taichi riceve la telefonata dall’Osaka Mountain Riders – un buon team del campionato giapponese – si preoccupa di raccomandare l’amico che si allena con lui. Ovviamente sono ingaggiati entrambi e Suzuki supporta la squadra dopo la vittoria della classe juniores, per la stagione 1968 passano entrambi nei professionisti, vengono promossi piloti ufficiali con un ingaggio di 1 milione di yen. Insieme possono fare esperienza con i campioni del cross mondiale. Roger DeCoster, Joel Robert, Sylvain Geboers, Gaston Rahier sono compagni di marca. Yoshimura vuole vincere in patria per avere la possibilità di andare a correre i gran premi in Europa.
Taichi vince, domina ma in un brutto incidente si rompe i legamenti. All’ospedale è liquidato per una semplice distorsione, invece ha rotto i legamenti. Nonostante il dolore, all’ultima gara è costretto a salire in moto. Inutilmente, il suo viaggio in Europa è cancellato e non si riprenderà mai completamente. Ancora non esistono risonanze magnetiche e chirurgie di ricostruzione, Taichi si inventa una protezione e una fascia di contenimento. Si fa realizzare un pantalone più spesso, riprende gli allenamenti con lo scopo di potenziare la gamba malconcia. A piedi corre più veloce di tutti e quando comincia il campionato 1970… gli avversari accusano distacchi imbarazzanti. Taichi domina sia la 125 che la 250, vince entrambi i titoli e finalmente è premiato col trasferimento al mondiale. Ma in Europa il livello è alto e Taichi rientra nel campionato giapponese. Che termina a pari punti nella classe 250 col suo amico-rivale Ueno, a cui per migliori piazzamenti assoluti viene assegnato il titolo. Per entrambi la riconferma è scontata, ma la Honda sta entrando nel motocross e ha bisogno di piloti veloci ed esperti.
Ancora una volta i due amici sono insieme nella nuova avventura. L’ingaggio è favoloso: 3,5 milioni di yen a testa sono una cifra enorme per l’epoca e avrà una ricaduta immediata anche per gli altri protagonisti del campionato. Eppure non sono quello il motivo per decidere un cambiamento tanto radicale. L’ambiente è sconvolto. Per il motocross giapponese la decisione dei due piloti rappresenta quasi uno scandalo, ma entrambi sanno di dover sviluppare una moto da zero, per la grande Honda, accendere una nuova sfida e forse Taichi ha pure qualche risentimento personale. Se ne va senza avvisare nessuno e dopo pochi giorni è già in sella alla Honda 335.

“Non ero insoddisfatto del trattamento dalla Suzuki, né ero attratto dalle condizioni proposte da Honda. Ma la gente pensava che su una Suzuki ufficiale – al vertice anche nel mondiale – avrebbe vinto qualunque buon pilota. In più avevo gareggiato nel campionato del mondo, ho sentito i limiti delle mie capacità. Alla Honda avevo la possibilità di sviluppare una moto incompiuta. Costruirla da zero, e con quella dimostrare che avrei potuto vincere con qualsiasi moto”.

È l’orgoglio dei campioni e i tecnici Honda hanno tutte le motivazioni per fare bene. Perché il livello della competizione sta crescendo anche in Giappone mentre l’inesperienza sul motocross è ancora totale. Tanto che al debutto stagionale la moto è ancora lontana da una buona messa a punto. Il nuovo carburatore Keihin è mal regolato come le sospensioni. Dalla prima fase di progettazione, sostenuta al limite della clandestinità e messa a budget come processo di auto-miglioramento per i tecnici coinvolti, nel diventare un progetto con uno scopo ben definito il motore era diventato molto potente. Nel paddock si ritiene che la miglior concorrenza nella 250 sia livellata sui 30 CV mentre il motore Honda potrebbe averne anche 40! Ma è fragile e scorbutico. I tecnici stanno cercando la miglior lega d’alluminio per i pistoni, e lavorano per capire come tenere stabile la carburazione e il raffreddamento. Nella gara del debutto c’è grande attesa e curiosità per vedere i due campioni in sella alla nuova Honda. A Yatabe l’affluenza di pubblico è tale che si deve parcheggiare a chilometri e chilometri di distanza. Ma con due piazzamenti al 7mo e 9no posto per Yoshimura e Ueno per la Honda sembra un debutto deludente. Poi Ueno si infortuna e lo sviluppo viene portato avanti solo da Taichi. La Honda 335 passa alla versione B e poi C, viene ribattezzata RC250M, ma continua ad avere punti deboli. L’impegno di Aika Michikiko - responsabile dello sviluppo – è totale, condiviso al motorista Masaharu Tuboi e al telaista Hisaho Nozue. È stato persino avviato parallelamente lo sviluppo con Takahide Miyata del motore 125, che Yoshimura chiede a gran voce per poter gareggiare e prendere punti anche nella classe minore.
Ma sta per arrivare un altro grande giorno. Per la sesta prova del campionato giapponese, in programma fra gli impianti di sci del monte Asaka al Kannabe Resort (prefettura di Hyogo), l’attesa non è soltanto per moto e campioni. Gli operai lavorano sodo perché c’è una strada di accesso al circuito da asfaltare, una tribuna da costruire, vari trasferimenti da organizzare. Nobuhito, fratello dell’imperatore Hirohito, è in arrivo e per onorare la famiglia imperiale saranno presenti i massimi rappresentanti dell’industria.
Il giorno della gara, Soichiro Honda è fra questi. Sa bene quanto sarebbe prestigiosa un’affermazione in un’occasione così unica. Per quanto sia un personaggio molto cosmopolita, il principe Takamatsu non è un habituè di gare motociclistiche. Per il suo arrivo è stata asfaltata la strada che porta in circuito dalla stazione di Asaka, dove dopo il convoglio imperiale troverà la sua Morris che l’autista personale ha trasferito per tempo.

Soichiro Honda sa bene quanto sia veloce il suo pilota ma Taichi è solo, unico pilota Honda, e tutte le case vogliono fare bella figura davanti a Nobuhito principe Takamatsu. Per l’occasione i team avversari sono stati allargati fino a 5-6 piloti per marca.
Aika Michikiko e Masaharu Tuboi portano una versione più potente del motore e Soichiro non può far altro che promettere al suo pilota
“Potrai chiedermi qualsiasi cosa…”.
Nella prima manche lotta per il podio e finisce secondo. Nella seconda sfrutta il suo motore, parte in testa e mantiene un vantaggio di due secondi. I dubbi sull’affidabilità sono quelli di sempre. A pochi giri dalla fine la Honda comincia a fumare allo scarico. Forse un paraolio sta per cedere ma Taichi mantiene il ritmo, vince manche e gara ed è la prima volta per una Honda nel motocross. È il 4 giugno 1972.
Il principe Takamatsu chiede al malcapitato direttore di gara perché mai i piloti corrano in quelle condizioni in mezzo a fango e terra.
Taichi chiede a Soichiro uno dei suoi dipinti e siamo certi che abbia onorato la sua promessa con grande gioia.
Soichiro tornerà sui campi di motocross un’altra volta, per la sua RC250MA automatica. Ma questa è un’altra storia.


